N° 29959 - 19/04/2016 11:15 - Stampa - -
DISCUSSIONE DELLA SETTIMANA
Il nuovo Codice Appalti presto in vigore.
Ecco cosa ne pensano progettisti e imprese (vai alla fonte)
Soddisfazione per la centralità del progetto, critiche sulla mancanza di riferimenti al DM Parametri e ai lavoratori autonomi
Nel frattempo resta in vigore il vecchio regolamento attuativo, che sarà mandato in pensione pezzo per pezzo man mano che saranno pronti i decreti di attuazione. Nelle intenzioni del Governo questo dovrebbe evitare una frattura tra le vecchie e le nuove regole, anche se in molti temono incertezze nell’applicazione delle norme.
I cardini della riforma sono la buona progettazione, i tempi certi per la realizzazione delle opere e l’aggiudicazione dei lavori facendo attenzione alla qualità delle proposte.
L’associazione ha giudicato positivi anche il limite a 100mila euro per gli affidamenti a trattativa privata, la norma “che agevola la costituzione di società di ingegneria nella partecipazione alle gare per i primi cinque anni di vita”, la gradualità del BIM, l’eliminazione della cauzione provvisoria per i progettisti, il rilancio della figura del Responsabile Unico del Procedimento (RUP) e i criteri reputazionali per la qualificazione. “Ci dispiace soltanto – ha concluso Scicolone – che non sia stata recepita l’importante e da noi sollecitata indicazione sull’obbligo di applicare il DM parametri a tutela di una corretta stima dei corrispettivi per le gare di progettazione e di servizi di ingegneria”.
“Forse chi si aspettava un cambiamento davvero epocale nella materia degli appalti resterà deluso, ma è indubbio che la riforma approvata oggi dal Consiglio dei Ministri ha il merito di semplificare e regolare una materia complessa e delicata” ha commentato il sindacato Filca Cisl. Tra gli aspetti positivi, elencati dal segretario generale, Franco Turri, ci sono il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa in sostituzione del massimo ribasso, che spesso avveniva disapplicando i contratti di lavoro, i controlli dell’Anac, la soglia dei 150mila euro per l’attestazione Soa e il limite del 30% al subappalto. Sono state invece espresse perplessità sull’articolo 177 che prevede l’affidamento in maniera diretta, nella misura massima del 20%, di lavori, progettazioni e manutenzioni. “Un provvedimento – ha concluso Turri – che rischia di tradursi in centinaia di licenziamenti nelle società concessionarie autostradali, e sul quale abbiamo avanzato proposte serie e concrete che ci auguriamo vengano prese in considerazione”.
Le associazioni Acta, Alta Partecipazione, Confassociazioni e