Ingegneri: il CNI definirà standard prestazionali per certificare le competenze
E’ in partenza l’iniziativa del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI) per definire gli standard prestazionali oggettivi che gli ingegneri potranno certificare di possedere.
Nella circolare 586/2015 il CNI illustra gli obiettivi di tale processo e la direzione che intende prendere, chiedendo aiuto e suggerimenti agli ordini provinciali.
Il Consiglio Nazionale infatti ha messo a punto un sistema per certificare, in modo oggettivo, le competenze professionali degli ingegneri, nei diversi settori dell’ingegneria. Gli standard definiranno i contenuti dei preventivi di affidamento degli incarichi, obbligatori per legge, e consentiranno di poter svolgere quella verifica sugli obblighi e sulla qualità delle prestazioni, con lo scopo, secondo il CNI, di far emergere i professionisti che svolgono correttamente la loro attività. Tutto questo si baserà su riferimenti oggettivi ed indiscutibili assicurati da un organismo “terzo”, ovvero l’ente di normazione UNI.
Per il CNI tale iniziativa è d’interesse primario per tutti gli iscritti all’albo che potranno definire e pubblicizzare le proprie competenze con “strumenti idonei e oggettivi in grado di definire al meglio i contenuti minimi delle prestazioni oggetto di incarico per superare la distanza che c’è tra l’immaterialità della prestazione offerta, la concretezza dell’offerta economica e la realtà del ‘prodotto’ effettivamente eseguito dal progettista”.
Inoltre il CNI mette in evidenza che “dalla possibilità di verifica della qualità e completezza della prestazione alla possibilità di ipotizzare costi minimi per lo svolgimento delle prestazioni il passo è decisamente breve”; in questo modo sarà possibile individuare e pubblicizzare parametri tariffari riferiti almeno ai costi minimi necessari.
Il CNI in questo modo vuole coniugare “la tutela dell’attività professionale con la tutela del Cliente, e quindi, della società”. Infatti il progetto vuole valorizzare i professionisti che svolgono seriamente e secondo precise regole deontologiche il proprio lavoro, in un mercato senza regole e controlli.
Il Consiglio Nazionale Ingegneri, concludendo la circolare esorta gli ordini provinciali a partecipare all’iniziativa indicando 15 aree di specializzazione in campo ingegneristico, per le quali si ritiene prioritario svolgere l’attività di definizione degli standard prestazionali.
Certificazione competenze: le azioni nel tempo del CNI
Ricordiamo che il CNI e l’UNI, con l’Accordo stipulato nel mese di aprile 2014, hanno concordato di procedere allo sviluppo degli standard prestazionali, legati allo svolgimento della libera professione di ingegnere, che definiscono azioni, strumenti e comportamenti finalizzati a garantire prestazioni di qualità.
Successivamente, nel mese di maggio 2015, il CNI e UNI hanno dato avvio al programma delle attività stabilendo le funzioni ed il ruolo di ciascun organismo, la composizione dei gruppi di lavoro, il metodo ed i contenuti del lavoro per la definizione degli standard prestazionali.
Per prima cosa il CNI, nell’ambito dei tre settori dell’ingegneria (civile e ambientale; industriale; dell’informazione) individuerà un primo insieme di ambiti di attività per i quali verranno definiti gli standard prestazionali. Una volta identificato l’ambito di riferimento e la singola prestazione, il gruppo di lavoro procederà ad identificare: l’articolazione del singolo processo; le fasi che compongono il processo; il compito, ovvero la singola attività di una fase.
Inoltre i gruppi di lavoro dovranno identificare i tempi entro cui ciascuna prestazione deve essere ragionevolmente portata a termine (data la complessità e le caratteristiche della prestazione) e dovranno introdurre specifiche procedure di controllo del processo di svolgimento delle attività modulate anche sulle diverse forme (singola, associata, società; mono o multidisciplinare ) in cui viene svolta l’attività professionale.
Secondo il CNI l’elaborazione di schemi predefiniti “tutela non solo il committente (che avrà elementi di riferimento per verificare il processo di lavoro e la sua qualità), ma anche il libero professionista, il quale avendo standard di riferimento non potrà essere sottoposto ad un ampliamento o ad una riduzione eccessiva dei tempi di consegna del lavoro o a compensi talmente contenuti da determinare l’impossibilità di rispettare gli standard prestazionali di base”.
Inoltre gli standard “consentiranno di distinguere con più esattezza le differenze tra le prestazioni che possono essere erogate dagli ingegneri e dagli ingegneri iuniores, riconoscendo a ciascuna figura professionale il ruolo spettante a seconda dei contesti lavorativi”. Vai alla fonte
E’ in partenza l’iniziativa del Consiglio Nazionale Ingegneri (CNI) per definire gli standard prestazionali oggettivi che gli ingegneri potranno certificare di possedere.
Nella circolare 586/2015 il CNI illustra gli obiettivi di tale processo e la direzione che intende prendere, chiedendo aiuto e suggerimenti agli ordini provinciali.
Prestazioni professionali ingegneri
Il Consiglio Nazionale infatti ha messo a punto un sistema per certificare, in modo oggettivo, le competenze professionali degli ingegneri, nei diversi settori dell’ingegneria. Gli standard definiranno i contenuti dei preventivi di affidamento degli incarichi, obbligatori per legge, e consentiranno di poter svolgere quella verifica sugli obblighi e sulla qualità delle prestazioni, con lo scopo, secondo il CNI, di far emergere i professionisti che svolgono correttamente la loro attività. Tutto questo si baserà su riferimenti oggettivi ed indiscutibili assicurati da un organismo “terzo”, ovvero l’ente di normazione UNI.
Per il CNI tale iniziativa è d’interesse primario per tutti gli iscritti all’albo che potranno definire e pubblicizzare le proprie competenze con “strumenti idonei e oggettivi in grado di definire al meglio i contenuti minimi delle prestazioni oggetto di incarico per superare la distanza che c’è tra l’immaterialità della prestazione offerta, la concretezza dell’offerta economica e la realtà del ‘prodotto’ effettivamente eseguito dal progettista”.
Inoltre il CNI mette in evidenza che “dalla possibilità di verifica della qualità e completezza della prestazione alla possibilità di ipotizzare costi minimi per lo svolgimento delle prestazioni il passo è decisamente breve”; in questo modo sarà possibile individuare e pubblicizzare parametri tariffari riferiti almeno ai costi minimi necessari.
Il CNI in questo modo vuole coniugare “la tutela dell’attività professionale con la tutela del Cliente, e quindi, della società”. Infatti il progetto vuole valorizzare i professionisti che svolgono seriamente e secondo precise regole deontologiche il proprio lavoro, in un mercato senza regole e controlli.
Il Consiglio Nazionale Ingegneri, concludendo la circolare esorta gli ordini provinciali a partecipare all’iniziativa indicando 15 aree di specializzazione in campo ingegneristico, per le quali si ritiene prioritario svolgere l’attività di definizione degli standard prestazionali.
Certificazione competenze: le azioni nel tempo del CNI
Ricordiamo che il CNI e l’UNI, con l’Accordo stipulato nel mese di aprile 2014, hanno concordato di procedere allo sviluppo degli standard prestazionali, legati allo svolgimento della libera professione di ingegnere, che definiscono azioni, strumenti ecomportamenti finalizzati a garantire prestazioni di qualità.
Successivamente, nel mese di maggio 2015, il CNI e UNI hanno dato avvio alprogramma delle attività stabilendo le funzioni ed il ruolo di ciascun organismo, la composizione dei gruppi di lavoro, il metodo ed i contenuti del lavoro per la definizione degli standard prestazionali.
Per prima cosa il CNI, nell’ambito dei tre settori dell’ingegneria (civile e ambientale; industriale; dell’informazione) individuerà un primo insieme di ambiti di attivitàper i quali verranno definiti gli standard prestazionali. Una volta identificato l’ambito di riferimento e la singola prestazione, il gruppo di lavoro procederà ad identificare: l’articolazione del singolo processo; le fasi che compongono il processo; il compito, ovvero la singola attività di una fase.
Inoltre i gruppi di lavoro dovranno identificare i tempi entro cui ciascuna prestazione deve essere ragionevolmente portata a termine (data la complessità e le caratteristiche della prestazione) e dovranno introdurre specifiche procedure di controllo del processo di svolgimento delle attività modulate anche sulle diverse forme (singola, associata, società; mono o multidisciplinare ) in cui viene svolta l’attività professionale.
Secondo il CNI l’elaborazione di schemi predefiniti “tutela non solo il committente (che avrà elementi di riferimento per verificare il processo di lavoro e la sua qualità), ma anche il libero professionista, il quale avendo standard di riferimento non potrà essere sottoposto ad un ampliamento o ad una riduzione eccessiva dei tempi di consegna del lavoro o a compensi talmente contenuti da determinare l’impossibilità di rispettare gli standard prestazionali di base”.
Inoltre gli standard “consentiranno di distinguere con più esattezza le differenze tra le prestazioni che possono essere erogate dagli ingegneri e dagli ingegneri iuniores, riconoscendo a ciascuna figura professionale il ruolo spettante a seconda dei contesti lavorativi”.