12/04/2017 – Via libera alle regole per la ricostruzione pesante degli immobili gravemente danneggiati dai terremoti che hanno devastato il Centro Italia a partire dal 24 agosto scorso.
È stata pubbliVta l’
ordinanza 19/2017 del Commissario straordinario alla ricostruzione, che fissa termini e modalità per ottenere i contributi.
Entità del contributo e opere ammesse
Nei 140 Comuni del cratere il contributo previsto a favore dei beneficiari è pari al 100% del costo ammissibile. Per gli immobili all’esterno del cratere, qualora sia dimostrato un nesso di causalità diretto tra i danni e gli eventi sismici, il contributo è ugualmente del 100% del costo ammissibile sia per le prime case che per le seconde abitazioni se ubicate nei centri storici. All’esterno dei centri storici per le seconde abitazioni scende al 50% (mentre rimane del 100% per le prime case).
Il contributo comprende i costi sostenuti per le opere di pronto intervento e di messa in sicurezza per le indagini e le prove di laboratorio, per le opere di miglioramento sismico o di ricostruzione e per quelle relative alle finiture interne ed esterne connesse agli interventi sulle strutture e sulle parti comuni.
Le opere ammesse a contributo riguardano le parti comuni dell’edificio, le unità immobiliari che le compongono e le relative pertinenze ricomprese. Sono ammesse a contributo anche le pertinenze esterne, come cantine, autorimesse, magazzini o immobili funzionali all’abitazione o all’’unità produttiva.
Requisiti degli interventi di ricostruzione pesante
L’ordinanza regola il ripristino con miglioramento sismico di interi edifici gravemente danneggiati o la ricostruzione di quelli distrutti, aventi destinazione d’uso abitativa ed eventualmente comprendenti anche unità immobiliari a destinazione produttiva (industriale, commerciale, artigianale, agricola, uffici, servizi), dichiarati inagibili con ordinanza comunale in seguito ad una verifica effettuata con schede AeDES.
Gli interventi devono portare ad un miglioramento sismico compreso tra il 60% e l’80% della resistenza prevista per le nuove costruzioni.
Per gli edifici di interesse storico e culturale, l’obiettivo deve essere il conseguimento della massima sicurezza possibile compatibilmente con l’interesse culturale dell’edificio, quindi in questo caso il raggiungimento del livello compreso tra il 60% e l’80% non ha valore cogente.
Per consentire la fedele ricostruzione dei centri storici completamente distrutti e perimetrati dai Comuni, prima di intraprendere le attività deve essere approvato un piano attuativo.
Le aree a rischio idrogeologico prima della ricostruzione devono essere messe in sicurezza. In caso contrario non sarà possibile procedere alla riparazione degli edifici danneggiati.
Interventi ammessi nella ricostruzione pesante
Se nell’immobile da ricostruire vengono riscontrati abusi edilizi, il Comune invita il proprietario a presentare domanda di sanatoria entro 30 giorni. Se il proprietario non ottempera, la domanda per accedere ai contributi per la ricostruzione viene respinta.
Gli immobili devono essere ricostruiti con la stessa destinazione d’uso che avevano prima del sisma e devono mantenerla almeno per due anni dopo la fine degli interventi.
In caso di mutate esigenze familiari, contestualmente all’intervento di ricostruzione può essere autorizzato l’aumento o la diminuzione delle unità immobiliari dell’edificio.
Incarichi solo a professionisti iscritti negli elenchi speciali
Gli incarichi di progettazione degli interventi di ricostruzione possono essere affidati solo ai professionisti iscritti nell’elenco speciale tenuto dal Commissario straordinario per la ricostruzione, previsto dal DL 189/2016. Un’autocertificazione del tecnico incaricata deve infatti essere allegata alla domanda per la richiesta dei contributi.
Analogamente, per l’affidamento dei lavori di ricostruzione è necessario che le imprese risultino iscritte nell’anagrafe prevista dal DL 189/2016.
Spese tecniche e compensi dei professionisti
Oltre ai costi dell’intervento, il contributo copre anche le spese tecniche, che comprendono i compensi per la redazione delle perizie giurate relative alle schede Aedes e sono riconosciuti anche ai professionisti diversi da quelli che progettano l’intervento di ricostruzione.
Le spese tecniche per la progettazione e per le indagini preliminari al progetto possono essere ammesse a contributo ed erogate con il primo stato di avanzamento lavori (SAL 0), nella misura massima del 80% del contributo ammissibile per le stesse spese. L’importo rimanente, destinato a compensare le altre prestazioni professionali, è proporzionalmente ripartito nei successivi SAL.
Ricostruzione pesante, domande entro il 31 dicembre 2017
Le domande di contributo devono essere inviate online agli Uffici speciali per la ricostruzione entro il 31 dicembre 2017. Seguendo il modello disponibile sul sito web www.sisma2016.gov.it, si devono indicare dati catastali, superficie e proprietari dell’immobile. Bisogna inoltre comunicare i nomi dei tecnici incaricati della progettazione e della compilazione delle schede AeDES, le imprese che eseguiranno i lavori, l’istituto di credito prescelto per l’erogazione del contributo.
Per gli edifici a destinazione abitativa, almeno il 45% del contributo deve essere utilizzato per opere di riparazione dei danni e di miglioramento sismico dell’edificio. La parte restante può essere destinata ad opere di finitura interne ed esterne, impianti interni e comuni ed efficientamento energetico.
Nel caso di demolizione e ricostruzione, la quota minima di contributo destinata alla realizzazione delle strutture è pari al 25%.
In arrivo la Zona franca urbana
Con un decreto approvato in via preliminare ieri dal Consiglio dei Ministri, contestualmente alla presentazione del Documento di Economia e Finanza (DEF), è stata prevista la creazione di una zona franca urbana nei Comuni delle Regioni del Lazio, dell’Umbria, delle Marche e dell’Abruzzo colpiti dagli eventi sismici iniziati dal 24 agosto 2016. Le imprese aventi la sede principale o l’unità locale all’interno della zona franca, che abbiano subito una contrazione del fatturato a causa del terremoto, potranno beneficiare di una esenzione biennale IRES e IRPEF (fino a 100 mila euro di reddito), IRAP (fino a 300 mila euro di valore della produzione netta) e IMU.
La bozza di decreto prevede inoltre l’istituzione di un Fondo di 1 miliardo di euro per ciascun anno del triennio 2017-2019 finalizzato a consentire l’accelerazione delle attività di ricostruzione.