Umbria
Umbria bando ICT.
Click Day. Ma, é legale?
Ing. Giampaolo Ceci
La regione ha pubblicato un Bando a sportello per l’Innovazione digitale nelle PMI.
Le modalità di assegnazione delle risorse disponibili lasciano perplessi perché viene attivata una modalità di affidamento non prevista da alcuna legge nazionale.
Viene attivato un metodo per cui i contributi pubblici sono elargiti “a sportello” ovvero in ordine di richiesta.
Chi lo chiede per primo lo ottiene; chi tarda corre il rischio di arrivare quando i fondi sono ormai ultimati.
La procedura è semplice: a partire dall’ora (minuto e secondo) stabilito dal gestore del bando (Ente pubblico), i concorrenti devono “postare” elettronicamente la domanda, mediante un formulario che l’ente pubblico stabilisce di volta in volta.
I conferimenti vengono elargiti “a Sportello” fino a che c’é capienza. Il contenuto del progetto non conta nulla o meglio verrà preso in esame, successivamente, per controllare che i requisiti del candidato siano conformi alle prescrizioni del bando.
Il vantaggio di questo metodo é che i contributi vengono erogati subito senza dover attendere che si riuniscano le solite commissioni che poi stileranno le solite graduatorie oggetto delle solite malevole illazioni o magari anche oggetto delle solite furberie italiane.
Nel bando INAIL ad esempio i fondi, per svariate decine di milioni di euro, sono stati assegnati con questo metodo. Si sono “volatilizzati” in 9 (nove) secondi, seppure fossero 280 milioni di euro !!!!
Il metodo sembra scevro da qualsiasi possibilità d’intrallazzo, ma è un metodo che mette tutti sullo stesso piano o è un metodo che favorisce qualche altro tipo di discriminazione occulto?
Bisogna premettere che negli affidamenti di appalti di servizi si deve fare riferimento almeno ad un concetto base: la “Par condicio” tra i concorrenti.
Il principio é noto: il legislatore vuole garantire che ogni concorrente sia posto nelle stesse condizioni del suo concorrente ovvero che non ci possano essere favoritismi né palesi né occulti.
Ma non solo. Quando si erogano soldi pubblici vige anche un secondo principio che è quello della trasparenza nelle procedure di affidamento.
Ora nel Click Day questi principi sono rispettati? Chi trae un oggettivo vantaggio da questa procedura?
In effetti, a ben analizzare la questione, l’introduzione simultanea di una gran quantità di dati, verso un unico server di posta, da località anche molto distanti tra loro, non sempre garantisce che i tempi di trasmissione siano gli stessi. Si parla di millesimi di secondo, ma quando i dati sono di centinaia di migliaia fa la differenza.
Può anche accadere che la mole di dati contemporanea faccia saltare il server ricevente come accadde, se non ricordo male, proprio alla Regione dell’Umbria in occasione di un analogo Click Day di qualche anno fa.
Conta anche la velocità della banda che si usa.
Tutto questo a parità di destrezza dell’operatore!
Nel bando ISI dell’INAIL si è notato che i più veloci hanno inserito i dati richiesti dal sistema in soli 3 secondi!!
Una velocità fantastica che va ben al di sotto della media degli aggiudicatari che è stata, lo ricordo, di 9 secondi!
Dei veri campioni della tastiera o più probabilmente degli esperti d’informatica, che sono riusciti ad attivare la trasmissione dei dati, proprio al secondo esatto in cui il cervellone adibito alla ricezione delle domande, si era “attivato” per riceverli.
Ma non é tutto qui. Se l’inserimento dei dati a sportello fosse affidato dall’impresa richiedente ad una società d’informatica che ha curato la stesura del progetto, con questo metodo di assegnazione dei fondi, questa dovrebbe avere a disposizione un numero di operatori (e di computer) pari al numero delle domande di finanziamento che ha approntato per i suoi clienti perché non potrebbe digitarle una dopo l’altra. Arriverebbe certamente fuori tempo massimo.
Chi non può permettersi un tale investimento?
Ma non basta ancora. Se una piccola impresetta che si azzarda a voler chiedere i contributi, ma non possiede un sistema informatico adatto? Deve rivolgersi ad amici?
C’è poi la questione della trasparenza. Se un informatico sa produrre un software che si attiva allo scadere del tempo fatidico e consente una più rapida introduzione dei dati nelle maschere dell’ente erogatore, batte sicuramente i concorrenti.
Tralasciamo infine i soliti inciuci che la procedura non scongiura affatto (sarebbe interessante verificare chi vince sempre questi bandi).
E se un concorrente conoscesse il software della stazione appaltante e le modalità per trasmettere i dati senza digitarli? potrebbe precompilare i dati richiesti e inserirli con un solo Click al massimo in tre secondi …. appunto.
I funzionari addetti al software possono ragionevolmente essere insospettabili quando conoscono le chiavi per assegnare o meno contributi per diverse centinaia di milioni di euro?
Una procedura illogica e ingiusta quella del Click Day che ingenera anche dubbi sulla sua stessa legalità, anche perché di questo originale metodo di affidamento non v’é alcuna traccia tra quelli citati nel codice degli appalti.
Si dice però che é veloce. Fermi restando i dubbi sulla sua legalità, allora, illegale per illegale, perché non fare un pubblico sorteggio legato ai numeri estratti dal super enalotto?